Ricordo di Mario Luzi

Dal taccuino di viaggio di Pck pubblichiamo il testo dell'incontro con il poeta il 30 dicembre 2000 ed il ritratto realizzato durante quel magico incontro.... anche l'arrivo alla casa di Luzi è stata una coincidenza. Il poeta miaveva indicato il modo di arrivarci; casualmente nella ricerca della strada io Barbara e Nicoletta, in macchina, abbiamo deciso di prendere prima un caffè. Abbiamo parcheggiato in una strada della periferia senza tener conto di dove eravamo. Una volta usciti dal bar siamo stati sorpresi dal fatto che la macchina fosse stata parcheggiata proprio davanti al suo portone...

"Arrivo alla cieca ma trovo l’unico parcheggio libero proprio davanti al suo portone. Porto con me anche due bottiglie di vernaccia: gliele mandano in dono Stefano e Valeria del Podere di Canneta. Il Poeta le riceve con un gesto come a dire “io non posso più berle”. Parliamo discretamente in una stanzina d’angolo con sue cose, molti i quadri alle pareti (ma mi dice che i più importanti sono altrove). Sfoglia la posta che ha disposto sul pavimento (me ne chiede gentilmente il permesso).Inizio il ritratto con il beige e il verde. Fin da subito compare la sua fisionomia le sue labbra sottili ripiegate all’insù. Mi fermo presto, dopo un segno che mi sfugge a delinearne l’abito. E’ un ritratto sospeso in un sorriso leggero e trasparente. Parliamo di Trieste, dei poeti. Gli piacerebbe tornare a visitare la città e rivedere i suoi amici. Quando gli chiedo dell’oggi mi dice che è qualcosa che deve sciogliersi, che ci vorrà del tempo…, ma sempre mi parla con una lucida pacatezza, con una semplice attenzione, con parole che arrivano limpide da una coscienza che molto ha conosciuto e visto per poter anche un poco incresparsi, ancora.Il secondo ritratto è partito anch’esso dal verde, vira nel blu e nel beige, vira anche nel viola, un occhio solo guarda avanti e laterale, l’altro è rivolto alla fonte della nostra esistenza precaria e passeggera. Il nostro incontro scorre limpido e denso nel tempo; squilla la campanella, è una ragazza che vorrebbe incontrarlo." (PCK, Taccuino di Viaggio)

Il poeta, per il taccuino di viaggio ha offerto questa poesia intitolata Falco:

Montagne. Quella montagna.Nubi, ora, le fioriscono dal gremboe dal costato, più in alto le offuscano il profilo, nuvole dentro nuvole si stivano, travasano l’una nell’altra la loro oscurità, si strappano, vanno alcune verso più alti luminosi varchi alcune a un nero muro ed eccolo desidera levarsi lui falco al mirabile sfacelo, entrare in quel miscuglio d’aria e luci si stria in tutti i tendini, si alza ancora pedinando nelle prime flessioni delle ali, si spicca dalla polvere, si spicca appenae già gli incendia a picco le pupilleun barbaglio serpentino gli scompare l’equilibrio, gli spezzail filo dell’orientamentoun duro schianto, un attimo e lui si risolleva, sull’impeto già preso, sulla volontà già tesa, alto, ancora più alto, si perde nell’altezza, nell’altezza si riprende. E’ un ritorno quelloO un‘avventura impresa – CheImporta? Nientea quella sua libera obbedienza. Niente

“Da Frasi e incisi di un canto salutare” 1990
mario-luzi02.JPG
mario-luzi03.JPG

Paolo Cervi Kervischer © 2008 - Valid: CSS, XHTML 1.0 - Powered by Fucine.IT - Credits