Serena Marcon

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Scrive Serena Marcon delle sue opere:

 

FRAMMENTI 

 

Pezzi di carta con frammenti di pittura e s-combinazioni impreviste di conversazioni, dialogo interiore, frasi di libri e di poesie, testi di canzoni che sfuggono ad una decisione definitiva.

Un rovesciamento delle solo apparentemente solide significazioni. 

Decontestualizzati, colori e scritte, svelano ciò che altrimenti avremmo appena sfiorato con lo sguardo.

Frammenti, composizioni, sovrapposizioni, ripetizioni, che non definiscono, non entrano in un discorso, possono rappresentare una grande quantità di cose e nessuna nello stesso tempo. 

Un'opera che non descrive ma che si mette in relazione esponendo la sua vulnerabilità, nel senso di apertura.

Frantumazione e poi assemblaggi alla ricerca di un impossibile ordine nascosto dietro al caos delle apparenze CHAOS/ORDER o più verosimilmente di un' integrità pur mantenendo tratti di ambiguità.

Frammenti che non avendo proprietà definite si caratterizzano solo rispetto agli altri, interagendo, evocando WHAT DO YOU FEEL? e chiedendo un riposizionamento mentale per rimettersi in tensione, per portare il pensiero su un terreno non delimitato, per far smarrire i punti di riferimento e guardare al di là di quello che si vede. 

Tra le fessure appare dell'altro che ci fa avventurare al di fuori del proprio quadro logico.

Se sopprimi l'alterità, diceva Plotino, tutto sarà unità indistinta e silenzio.

Tutto tace se qualcos'altro smette di staccarsi, come scrive François Jullien.

Emerge così ciò che non si sapeva nemmeno di desiderare (sai veramente ciò che desideri?)

DESIRE

Così da una rottura, una decostruzione, da una destrutturazione si può accedere coraggiosamente SECOND WIND-SECOND LIFE a quel qualcosa d'altro.

 

Noi siamo guardati, aperti, trasformati da ciò che guardiamo - Georges Didi-Huberman - 

Paolo Cervi Kervischer © 2008 - Valid: CSS, XHTML 1.0 - Powered by Fucine.IT - Credits